Shein verso il blocco delle vendite, arriva la decisione dell’UE: cosa significa

Si mette male per Shein, ormai sempre più vicino ad un blocco delle vendite: l’UE ha preso la sua decisione.

Negli ultimi anni Shein ha registrato un aumento impressionante delle vendite. Il brand di fast fashion è diventato famoso per i suoi prezzi super convenienti e per la vastissima offerta di prodotti a disposizione. Il successo, tuttavia, va di pari passo con le polemiche che vedono coinvolto il marchio sotto diversi aspetti: dalle pessime condizioni di lavoro dei dipendenti alla presenza di sostanze chimiche dannose nei capi d’abbigliamento.

Donna con cellulare, Shein
Shein verso il blocco delle vendite, arriva la decisione dell’UE: cosa significa – ermesambiente.it

Sono passati tre anni da quando l’inchiesta di Channel 4 ha puntato i riflettori sul discutibile trattamento riservato ai dipendenti di Shein, costretti a produrre centinaia di vestiti al giorno per uno stipendio misero, che nel caso di errori possono vedersi anche ridurre. Oltre alle scarse condizioni di lavoro, il marchio nel corso del tempo ha attirato non poche critiche per via della scarsa qualità dei capi d’abbigliamento prodotti.

Un’altra indagine, questa volta ad opera di Greenpeace, ha preso in esame gli abiti del brand riscontrando un’eccessiva presenza di sostanze chimiche dannose nel 15% dei capi analizzati; mentre il 32% riportava livelli “preoccupanti” (su un totale di 47 articoli). Ad essere a rischio sono sia la nostra salute che quella dell’ambiente, considerando l’inquinamento provocato dalla continua produzione di vestiti da parte dell’azienda.

Shein al centro della bufera: l’UE si prepara a prendere provvedimenti

In questi giorni Shein è tornato al centro dell’attenzione mediatica. Con l’inizio della presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti, anche il colosso di fast fashion è stato interessato dai nuovi dazi. Una delle conseguenze che più ha fatto discutere, infatti, è stato il blocco delle consegne postali provenienti dalla Cina.

Insieme a Shein ci ha rimesso Temu, altra piattaforma dedicata all’e-commerce. Il presidente degli USA, tuttavia, ha fatto dietrofront in seguito all’intervento della Commissione europea, che ha esortato gli Stati Uniti ad eliminare l’esenzione sui beni che hanno un valore inferiore ai 150 euro.

Macchina per cucire
Shein al centro della bufera: l’UE si prepara a prendere provvedimenti – ermesambiente.it

Nonostante ciò, i due brand cinesi continuano ad essere nel mirino dell’UE, allarmata dalla loro scarsa trasparenza. Per questo motivo, la Commissione europea ha avviato un’indagine chiedendo ad entrambi i marchi chiarimenti per quanto riguarda il Digital Services Act.

Shein, in particolare, dovrà rispondere a gravi accuse in merito all’utilizzo di cotone dello Xinjiang nella produzione dei capi d’abbigliamento: si tratta, infatti, di una zona protagonista di un acceso dibattito intorno allo sfruttamento della manodopera uigura. A queste si aggiunge la questione delle pratiche ingannevoli sul tema della sostenibilità, che hanno spinto anche l’Antitrust italiana a scendere in campo.

Nelle prossime settimane dovrà arrivare una replica da parte di Shein, che fino ad ora si è sempre difesa dalle accuse. “Condividiamo l’obiettivo della Commissione di garantire che i consumatori dell’UE possano fare acquisti online in tutta tranquillità”, ha dichiarato un portavoce del brand a Euronews, spiegando che l’azienda è al lavoro per una risposta: mai come adesso, il futuro di Shein appare alquanto incerto.

Gestione cookie