L’azione di fare uno screen su WhatsApp è a dir poco diffusa, ma bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti: ecco, infatti, che cosa prevede allo stato attuale delle cose la legge in Italia a riguardo.
Come è noto, siamo al cospetto di uno dei social network più diffusi su scala internazionale, dal momento che vanta soluzioni tali da essere insostituibile. Ormai, infatti, praticamente tutti lo utilizzano e lo considerano parte integrante della loro vita. Il motivo che c’è dietro una simile diffusione è legato sicuramente al fatto che ha rivoluzionato la nostra comunicazione. In passato, infatti, si dovevano aspettare le promo estive per provare a risparmiare sugli SMS inviati. Oggi, invece, tutto è estremamente immediato e per di più anche gratuito.
Le conversazioni si stanno facendo, inoltre, sempre più variegate, dal momento che sono state aumentate le cose che si possono fare per far capire il proprio stato d’animo e per far passare determinati concetti. Tutti, però, nella nostra vita almeno una volta abbiamo fatto degli screen su WhatsApp. Si tratta di un terreno sempre scivoloso e delicato da gestire, ed andiamo a vedere in tal senso che cosa dice la legge italiana a riguardo. Auguriamo per questo a tutti una buona lettura.
Immaginiamo una conversazione tra due persone. X invia un messaggio ad Y di qualunque natura. Ipotizziamo sia minatoria. O anche una forma di ricatto. Nel momento in cui una persona decide di fissare quel concetto facendo uno screen di questa conversazione su WhatsApp, che valore può avere? La svolta da questo punto di vista, dopo anni di incertezze e di dibattiti a riguardo, è arrivata con la sentenza numero 1254 del 2025 pronunciata dalla Corte di Cassazione. Andiamo a vedere per quale motivo.
Secondo la Cassazione, infatti, uno screen su WhatsApp, nel momento in cui c’è una ipotesi di reato o se ci si vuole discolpare da determinate accuse, ha a tutti gli effetti un valore di prova. Di conseguenza possono essere legittimamente acquisiti attraverso la classica riproduzione fotografica. Questo vuol dire che si offre la piena utilizzabilità dei messaggi estrapolati da una chat di WhatsApp con una copia dei relativi screenshot, tenuto ovviamente sempre conto del riscontro della provenienza e dell’attendibilità degli stessi.
I documenti in questione, però, rappresentano una autentica prova solo se la persona contro la quale vengono usati non ne disconosce l’autenticità. Ovviamente per farlo andranno portato degli argomenti ben precisi e non generici, tali da far sollevare solo un piccolo dubbio in chi giudica.
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