Anche se non si tratta di una delle minacce più pericolose nel panorama della frutticoltura, la tignola della frutta è comunque un insetto che bisogna saper riconoscere ed eventualmente debellare nel caso desse origine a infestazioni problematiche. Qui troverete informazioni utili per proteggere le vostre piante.
Il riconoscimento della tignola della frutta
La tignola della frutta (Recurvaria nanella) è un lepidottero che si può incontrare su tutto il territorio italiano, e che vede tra i suoi “ospiti” preferiti diverse piante di interesse agronomico tra cui soprattutto le drupacee (albicocco, ciliegio, pruno, susino, pesco…), le pomacee (melo e pero), le rosacee in generale (ornamentali e non) ed il castagno.
Gli adulti di questa specie sono farfalle poco vistose di colore grigio, con marezzature nerastre e grigio scuro e bande trasversali tendenti al biancastro. La loro apertura alare in genere non supera i 12 millimetri, pertanto le loro dimensioni sono piuttosto contenute e non sempre è facile scorgere gli esemplari soprattutto se si posano su tronco e rami.
Tanto innocui sono gli adulti, quanto dannose sono invece le larve della tignola della frutta; questi piccoli bruchi (lunghi appena 7-10 millimetri) sono caratterizzati da un capo nero e da una livrea piuttosto chiara di colore verde-giallastro.
I danni causati dalla tignola
Le larve di questo lepidottero si cibano delle parti verdi delle piante, arrivando talvolta a devastarle: particolarmente dannosa è l’azione a carico delle gemme, che vengono rose completamente dall’interno, e delle foglie giovani, sulle quali compaiono minute gallerie di colore chiaro e dal tipico andamento contorto. La tignola della frutta spesso lascia sulle foglioline e sui germogli dei filamenti sericei trasparenti che ne causano la deformazione.
Più raramente la tignola attacca i frutti, e quando lo fa tende a scavare gallerie poco profonde nella polpa.
Come si combatte la tignola della frutta
La tignola della frutta compie una generazione all’anno, riproducendosi durante i mesi più caldi, pertanto il danno su gemme, germogli e foglie si può riscontrare dalla primavera sino alla tarda estate. Nella maggior parte dei casi questo lepidottero non causa mai infestazioni estese, pertanto non rappresenta una minaccia particolarmente preoccupante per chi coltiva alberi da frutto.
Vi è anche da dire che molti dei prodotti chimici che vengono impiegati per combattere altri insetti le cui larve si cibano della frutta (come, ad esempio, la carpocapsa o l’anarsia) sono efficaci anche sulla tignola: pertanto, impiegando un solo tipo di insetticida si può debellare contemporaneamente più d’una minaccia.